Mani sudate, intrise
della brama perversa
sfregiano ovunque
la tua infanzia fragile.
é un mostro,
quest'essere del tuo sangue
che palpa
con unghie immonde
la tua innocenza muta.
Timidi sussurri confessano
un gioco
dai contorni confusi:
nessuno crede
alla tua bocca violata.
E allora ti fabbrichi
un mondo conforme,
difforme dall'atra verità
che hai imprigionato.
Ma le tue lacrime amare
non lavano l'incubo putrido
che ogni notte ti sporca
di repellente vergogna.
E mentre lo guardi,
beato
degli affettuosi rispetti
di tutti,
gridi pugni impotenti
contro le sbarre del tuo supplizio:
il silenzio.