accostarsi in tempi a venire,
davanti al tuo sguardo remoto
adombra il pensiero che fu, che è
pantomina del corpo
arrancano i gesti
tempo smarrito
riso dolceamaro
iris come spade nell'essenza
zoppo l'ego
incandescenza
ancestrale poesia
Ci sono momenti nella vita in cui si vuole restare un po' oscuri agli altri e allora anche in poesia, volutamente, si dice senza dire. Dai versi si lascia trasparire un percorso di vita difficile senza dare dettagli troppo personali e che è giusto restino tali.
La lettura risulta in ogni caso gradevole ma ciò che fa molto piacere, almeno a me, è che Michelangelo sia tornato a pubblicare tra noi...
Un abbraccio...
Grazie Ugo per essere passato, è vero solo io conosco i riferimenti e volutamente rimangono nascosti quasi per tutti. Hai ragione, in questo momento guardo il mondo, il mio mondo, da un angolo, ma spesso mi è capitato nella vita. Non è certo una poesia, troppe sono le mancanze per renderla tale. Riesci a leggere anche nelle righe oscure una verità che a tutti sfugge.
Sei troppo buono nei commenti,
grazie Maestro,
Michelangelo
L'autore affronta il futuro lasciandosi dietro un percorso sofferto. Parla con una serie di riferimenti incresciosi che solo lui conosce, ma che rattristano. La vita che gli è davanti quasi lo sconvolge. Espressione singolare "zoppo l'ego", come verso, nel contesto dell'opera fa poesia. In sintesi, "Vita" è un monologo interlocutorio comune nella nostra esistenza, un canto solitario di chi guarda il mondo da un angolo momentaneo, da una posizione variabile, come la propria indole. Ammirevole l'elasticità del verso e la sua forza espositiva, che trovo realistica e attraente.