avvolta nella quiete
della mia collina,
nel vespro settembrino
l'anima vedo
uscir da me
e come lieve, bianca farfalla
tender alle alte vette
ed alle cose belle.
Ha urgenza di Dio
d'infinito...
desiderosa di purezza
sente che è in alto
l'invito ad amare
e che è dono
prezioso il pianto
per un lucente tremolar
di stelle.
Ma improvviso
irrompono in me
snervanti effluvi...
settembre ride
con la bocca del melagrano
il caldo umidore
dal letto di fieno
riaccende il ricordo
di consumati amplessi
l'eccitante profumo
del mosto
incita la mente
a sanguigni desideri.
Ogni pensiero tramuta,
s'inebria,
s'eccita,
s'intorbida
e rabbioso
lo spasimo mi prende.