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Casa di riposo

Notti insonni,
ore sature di niente,
giorni colmi di malinconia;
è la via
per il grande salto.

Dodici camere,
dodici box di parcheggio.
Le porte affacciano
su di un lungo corridoio,
tetro,
senza sole,
con le luci accese
ventiquattro ore.

Un'odore di chiuso
nell'aria,
stantio,
forse muffa,
o vecchiume.
Dicono che in età avanzata
il PH emana
questo tipo di odore.
Siamo tutti
in età avanzata
in questo grande parcheggio.

Le Hostess
puliscono le camere
e i corridoi
con cloro
e litri di disinfettante,
come se fossimo
in un ghetto per lebbrosi.

All'ingresso
un grande cartello:
"vietate le visite con i bambini"

Alle cinque del pomeriggio
siamo tutti schierati
nei corridoi,
aspettiamo ansiosi
una visita,
e molte volte
inutilmente.

Oggi, per due ospiti,
è finita l'attesa;
hanno spiccato

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9 commenti     0 recensioni    

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9 commenti:

  • Anonimo il 16/09/2011 18:26
    Triste, vera e significativa. Ma la casa di riposo può stare anche fuori.
  • Don Pompeo Mongiello il 14/09/2011 10:15
    Veritiera e triste questa tua veramente bella!
  • Anonimo il 13/09/2011 23:02
    Pure oggi
    poca gente in giro,
    manco i miei figli
    sono venuti;
    avranno avuto da fare.
    Non penso che si siano dimenticati,
    io non mi sono mai dimenticato
    dei miei figli.

    Ed è un pensiero molto triste. È proprio così Ezio. Poesia toccante
  • loretta margherita citarei il 13/09/2011 21:05
    tocca l'animo questa cruda realtà bella amico caro
  • Michelangelo Cervellera il 13/09/2011 20:43
    Molto spesso vero ciò che scrivi e lo scrivi bene. Molto aprezzata.
    Michelangelo
  • luca mietto il 13/09/2011 20:13
    Rende bene l'idea di questo posto asettico a tutto, anche ai sentimenti...
  • Giacomo Scimonelli il 13/09/2011 17:30
    versi che fanno riflettere e che commuovono.. una chiusa che dice tutto.. tutta la verità... i figli che non sono disponibili nemmeno per chi ha dato loro la vita... poesia apprezzatissima
  • Ettore Vita il 13/09/2011 17:06
    Mi chiamarono in Corea del Sud per parlare della previdenza e Dell'assistenza agli anziani. Raccontai una storiella che mi raccontava mio padre.. morto giovane senza darci disturbo...
    C'era un paese dove le persone erano molto cattive. Quando il padre diventava vecchio il primogenito se lo caricava sulle spalle e andava a buttarlo nel burrone.
    Capitò che una volta un figlio, malfermo, a metà strada si fermò per rifiatare e adagiò il padre su di una pietra.
    "Qui mi fermai anch'io quando andai a buttare mio padre" ruppe il silenzio il vecchio poggiando la mano sulla spalla del figlio.
    Fu come una scossa. Un fremito della carne e dello spirito. "Torniamo a casa... su questa pietra non sosterà più nessuno".
    Tornarono e da quel giorno gli abitanti di quel paese diventarono più buoni e più saggi e i bambini erano contenti di ascoltare le favole dalle labbra dei nonni.
    "Non vi suggerisco un modello, ma vorrei suggerirvi un paradigma per coniugare la politica per gli anziani: vi consiglio di guardare agli anziani non come un problema ma come ad una risorsa per il vostro paese" Così dissi ai coreani e i quattro professori dell'università di Seul fecero cenno di assentire...
    Devo raccontarti anche un'altra storia, vera questa volta. Da giovane ho fatto l'istitutore prima in un istituto di "scugnizzi", poi di ciechi. Bene, alcuni ragazzi restavano in collegio anche a Natale e Pasqua perché nessuno veniva a prenderli... Non solo i genitori aspettano i figli, a volte anche i figli aspettano i genitori.
    Noi i nostri figli li vorremmo tutti per noi, ma mio figlio mi scriveva in un tema: i figli sono del loro tempo e del loro Dio. Coraggio e, se ti può essere utile, leggi il Fedone e l'apologia di Socrate (Platone).
  • Cinzia Gargiulo il 13/09/2011 16:06
    Amara realtà... eppure la vecchiaia arriva per tutti..."parcheggiati" ad aspettare una visita che a volte non arriva mai...
    Opera apprezzata...

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