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Bisturi impazzito

Ippocrate,
altro non so donarti
che il fantasma rattrappito delle mie lacrime
il gemito di una sala operatoria
che tradii
o forse mi ebbe tradito
lo stridulo urlare di mani
incapaci di diventare
vita per la vita;
chirurgo non divenni, lo nacqui
quando il cuore mi insegnò
che la medicina
ha talvolta una voce tanto potente
da riuscire a chiedere a Cristo
la magia di un infuocato miracolo
riannodare i respiri al corpo
l'esistenza ai sogni
fendere e umiliare
l'agitarsi vigliacco di una malattia
perchè essa lasci il palcoscenico
a un vivere che ricomincia;
quel giorno non fui
mi osservò severo
il luccicare assassino
di un bisturi impazzito
nel suo morire ancor fanciullo
leggerò per sempre il mio morire;
e tu, madre sua e mia
mi attenderai all'orizzonte
per maledirmi come io merito.
Dio, perdonami
per la mia vocazione a salvare vite
trovai la mia morte per sempre.

 

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9 commenti:

  • Vincenzo Capitanucci il 04/10/2011 04:16
    La chirurgia mi sembra una cosa barbara... violenta... ma è il meglio che abbiamo... non siamo capaci di imporre le mani... per ridonare la giusta armonia a un corpo che amiamo...

    Bellissima Cristiano... una bellissima dedica... per chi lotta per salvarci la vita... e a quel senso d'impotenza... che ci rimane fra le mani... quando non ci riusciamo...
  • vincenzo rubino il 03/10/2011 17:55
    bel ritmo davvero e molto originale! ... se ci pensi la chirurgia è quasi contro natura nel senso che si taglia (si crea una ferita) per guarire e ricucire cosa che nessun animale potrebbe concepire, credo sia una delle pratiche più indicative del genere umano...
  • Anonimo il 03/10/2011 08:45
    Un grido questa composizione, forse di poche metafore. Mi sono coinvolta più del dovuto, poiché ho recente esperienza di bisturi (prof. bisturino, chiamo il mio torturatore, quasi giornaliero...). E sono, come te, convalescente di bisturi dell'anima. Scusami, gli uomini sono eccelsi a saperla tagliare. Ti applaudo per la nobiltà di voler salvare tutti!
  • karen tognini il 02/10/2011 22:03
    Bellissima.. sono senza parole...
    Dio, perdonami
    per la mia vocazione a salvare vite
    trovai la mia morte per sempre.
    ...
  • cristiano comelli il 02/10/2011 21:40
    Ringrazio come di consueto per i lusinghieri commenti. Ho voluto sottolineare il dramma di un medico per bene di fronte all'impotenza della sua fragile umanità in un'epoca nella quale invece i medici sono, spesso ingiustamente, bersagliati. Immagino la lacerazione di chi vuole con tutto se stesso salvare una vita e si trova di fronte all'ineluttabilità di una morte che, quando decide di rivelarsi, lo fa soffocando la voce di chiunque le si opppnga. Vuole essere, questa mia riflessione in versi (non la chiamerei poesia) un omaggio a tutti quei medici che, in silenzio e lontano dai clamori, si impegnano per salvare vite umane. Che ringrazio di esistere.
  • teresa maria serena ascanio il 02/10/2011 18:44
    bellissima comelli molto molto bella.
  • Elisabetta Fabrini il 02/10/2011 18:36
    A me è piaciuta molto... mi ha coinvolto...!!
    Bravissimo Cristiano!
  • Anonimo il 02/10/2011 18:30
    Molto apprezzata, specie la chiusa dove il Poeta rivela, oltre ad una grande fede, una sensibilità fuori dal comune. Forse un po' prosastica, e lontana dal mio modo di intendere e fare poesia. Un buon lavoro.
  • loretta margherita citarei il 02/10/2011 17:50
    particolare piaciuta

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