Mi hai udito sanguinare
tra la processione addentellata
del rumoreggiare urlante
delle seghe dei boscaioli;
mi hai osservato
chiedere ai miei rami
di diventare braccia dorate
per abbracciare per sempre
l'essenza di Dio.
Mi hai scorto
mentre la mia corteccia si commuoveva
per l'emozione di sentirsi
frammento di bosco
in cui il bosco scopre i suoi supremi respiri;
hai visto i miei tronchi
viaggiare sul dorso di mille
sconosciute navi
per vestirsi di mondi nuovi
c'è la mia fiera, indomita impronta
sulla pelle delle paranze
mille tenere danze di sole
si sono insuperbite sulle mie umili chiome.
Amato fui e sono
più spesso violentato
ma sempre chiamarmi potrai
legno vivo
in una pianta orgogliosa
che sa mettersi sull'attenti
dinanzi all'impetuoso estendersi del tempo
incarnato in sinfonie di conifere
o in incanti di invenzioni semprevedri.