Luccica la Senna
come una danzatrice
vanitosa ma irresistibile:
il brusio irregolare ma costante
di turisti estasiati
invade l'olimpico scenario
di un sorridente bateau mouche
pronto a sbuffare estasiato
su gorgoglii di acqua silente;
una dama tutto osserva
mentre svetta compiaciuta verso il cielo
ebbra di folies bergeres
di passi lucidati dall'allegria
di un Moulin Rouge scoppiettante
ripiena del frastuono
rinchiuso in uno spartito ingovernabile
di vetrine e passi stranieri
degli orgogliosi Champes Elysees.
Arde
del respiro di gente comune
e dei sigari di mille artisti e letterati
di poesia scritte su un foglio
o dipinti abbozzati
sulla pelle di muri scrostati
il caffè de la Paix;
l'Arc de Triomphe
scatta la foto mai ingiallita
di una gloria che si è fatta storia
e lei,
tour Eiffel dei mille incanti
e dei mille rullini che su di lei
sempre si poseranno incuriositi e avidi di luce
maestosa compone
come consumato direttore d'orchestra
concerti intrisi di passioni e fisarmoniche
mentre un sans papier
brilla della vita che sognava e che mai fu
abbracciato all'amicizia del suo vino.