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Sognando Galileo

Agitandomi vado
sospinto dalle ali possenti
di una sempre gravida curiosità
tra le traiettorie
di moti indefiniti
che come aquile impazzite
si librano sopra gli spilli
di ogni pur compiuta proposizione;
di afflati metafisici
signor mio
non mi insegnasti a nutrirmi
ma sol di quelle verità incandescenti
che promanano
dai capricci disarmonici ma seducenti
dei fenomeni terrestri e celesti;
ebbi in dono una fede
che mi scolpisti
in un angolo ben nascosto di cuore
che mi insegnò
a scrutarti attraverso
il dolce carcere
di ruvide formule matematiche,
e un'altra ne conobbi
che si compiacque infedele
di perseguitare
il mio silenzioso cammino
verso la dea della scienza
che mi amò
come la più sublime delle calamite.
Galileo fui e sono
amici miei
amai il mondo e voi
attraverso mille appunti di geometrie
e studi intrappolati
nelle carezze di trigonometrie
che baciarono la mia mente.

 

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