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Orgoglio contadino

Non gemere, dolce aratro,
domani i campi
ti riprenderanno tra le loro braccia
perchè tu sorrida nel carezzarli;
a te soltanto
le mie membra hanno saputo raccontare
la biografia urlante delle mie fatiche;
tu solo
parlare sapesti e sai
con il Dio profumato della semina
e sapesti indirizzare baci al sole
quando le spighe
germogliavano dal grembo dei suoi raggi.
Dire non so
chi mi desiderò contadino
chi seppe leggere
la fierezza indescrivibile del coltivare
nel mio cuore non ancora cuore;
nè comprendere saprò mai
la gaiezza dei passi faticosi
eppure mai prostrati
dei miei adorati buoi.
Suona un'altra sveglia
freccia di zucchero
nella freschezza cesellata dal mattino
l'impronta del sapone
su un volto che luccica della prima barba
e un bicchiere di latte
che corteggia le mie labbra
oggi come ieri
e poi il lavoro bussa alla porta;
campi, attendetemi
sarò vita
in tutto ciò che su di voi e da voi
avrò saputo far germogliare.

 

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3 commenti:

  • cristiano comelli il 01/11/2011 18:07
    Cara signora Forino, ammiro tantissimo i contadini ma nella vita mi occupo di tutt'altro, comunque grazie per il commento. Cordialità.
  • Dora Forino il 01/11/2011 16:56
    Hai saputo raccontare le fatiche del tuo lavoro, e ne parli con tanta fierezza. Bravo!
  • Stanislao Mounlisky il 01/11/2011 07:17
    Rimpianto di tempi andati, o forse sogno di campi del terzo mondo, dove ancora i buoi sono usati. bravo

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