A me non piacciono le figure squadrate,
amo i triangoli e le ellissi come la mezza luna;
mi piacciono i capelli scompigliati
la barba incolta e le mani da contadino.
Amo gli uccelli variopinti e le criniere dei cavalli,
mi nausea il gregge con quella puzza di letame
impigliata alla lana maschera uniforme.
Amo i pepli orientali voluttuosi e senza orpelli,
detesto il trucco e i rituali,
mi fanno venire l'orticaria le etichette del potere,
cerimoniali e parole vuote maschere dell'Io.
Mi opprime la massa che si muove
variopinta indistinta ed uguale,
ondeggia allo spirare del vento
segue capi e sogni, ubriaca di ideali,
vagheggia sempre un salvatore
querce che stillano miele,
gente nuova e cieli nuovi senza nuvole.
La massa innalza idoli e li adora
poi delusa li abbatte ed uccide,
si ricicla in una altra idea
altro simulacro erge sull'altare.
Ha sempre solo una unica morale
un solo pensiero dominante,
chi se ne discosta riceve l'etichetta del diverso,
schifato vilipeso insultato.
Pensa con un unico cervello
con slogan e sillogismi fondati su assiomi,
teorizza tutto e il contrario di tutto.
A me piace essere un diverso col mio nome
saltellare sui pensieri lingua al vento,
contare canzoni stonate
costruite sul momento con parole
per i dotti senza senso.