Uno sguardo fugace,
un sorriso accennato,
una mano sfiorata,
un morbido tocco di labbra bagnate,
infinito incontro d'anime consacrate alla loro perfetta simmetria.
Nel lungo e caldo danzare,
rinnegai i miei ultimi pavidi rifugi,
deposi le armi,
da soldato adorante un destino assorto nel compimento di se stesso.
E la vita si compì,
si avvolse intorno a noi,
combinando le nostre inermi essenze,
illuminando un complice e consapevole sentiero,
dissetando le nostre anime.
Poi, d'improvviso, l'abisso mi accolse,
oscuro e gelido,
impietoso visitatore,
notturno mietitore di speranze e sorrisi,
fidato consigliere di pensieri crudeli.
Un'ansimante implorazione di eternità morente,
fredda testimone di una consumata passione,
si lacerò,
disadorna,
silente,
impotente.
La tristezza,
con scure e disperanti vesti,
celebrò una solitaria assenza d'oblio,
incatenando il tempo a se,
in una infinita e beffarda illusione di ritorno.
Una soffocata lacrima,
singhiozzante,
scorse lenta su di me,
in eterno fedele a lei,
mio unico amore fervente.