Non mi cesellarono
un cuore avido, perbenista e ipocrita
di comodo borghese;
tra le mani mi fecero germogliare
poesia, cinema e letteratura
per fendere negli occhi della povera gente
ogni germe di paura;
no, non dimora tra le impolverate chimere
questo riuscire a essere daga
di stantii, rivoltanti
e beceri sistemi di potere
la cultura
è una donna inscalfibile
che più si vede tarpare le ali
e più sa addestrarsi a volare
non vi è nè mai vi sarà
gabbia di politica
o di mascherata democrazia
che ne saprà il canto spezzare.
Brulica
per le strade assonnate
ma in fondo così vive
di una Roma
pelle scalpitante di popolare
e sgualcita di vitellona
questa fiumana di "Meglio gioventù";
i crotali
del condizionamento massificante
non ci sorprendono più
"Uccellacci e uccellini"
indifesi come intimoriti bambini;
contestazione, cari alfieri del domani
non può chiamare
una nuova assuefazione
che corre sulla lucentezza perversa
di intriganti lame
di potere che nasce piano piano
per adempiere la sua missione velenosa
di intrappolare l'uomo.
Cara, adorata macchina da presa
se qualcosa ti chiesi
in questo frastagliato viaggio della vita
fu insegnare all'uomo
a imparare da se stesso
a sbagliare, maledirsi e poi risorgere
in effusioni laiche
che qualche volta sanno anche
profumare di afflati di Vangelo.
Sol ti farà liberare
l'uomo intrappolato
nella ragnatela delle tue inquietudini
questo tuo scoprirti
popolo che custodisce
miriadi di popoli
che straccia dal lembo dell'esistere
ogni potere costituito
che pretenda di dirigere i tuoi respiri
con il suo invisibile ma tiranno dito.