Più non sapevo percepire
la ricchezza e intensità dei miei respiri
che rantolavano timidi tra le mie ossa
del giorno in cui un'automobile color follia
scelse di alzare la voce
di gridare più forte
della mia felicità e dei miei sogni.
schiava di un'inconsapevole agonia
imprigionata tra tubi e dolore
tra le catene di un futuro
mascherato da immobile presente
e tutti gli istanti
che non ho potuto fotografare
con sguardi, parole, pensieri
per poter ricamare su di loro
Il nome di amore e ricordo.
Oh, se la carezza di quel lago
che mille volte salutai sorridendo
mi avesse potuto regalare la sua mano
se le serate disegnate con gli amici
avessero saputo parlare con il mio dolore
raccontargli
la voglia di vita che germogliava
maestosa e discreta
nel giardino dei miei giorni;
e convincerlo ad abbandonarmi;
no, lo so
il letto e le lenzuola
mai seppero dare fiato
a questo mio vivere senza vivere;
a te dico
adorato babbo Beppino
abbi la forza per baciare
non per maledire
queste incomprensibili traiettorie
cesellate dal nostro destino;
lungo non poteva essere
questo nostro viaggiare insieme
ma indelebile è la scia di luce
che custodisce il nostro reciproco bene.
Sono rinata angelo
dopo essermi assaporata donna
per lo spazio di un esile soffio
ma sempre navigherò con te e mamma
in questo mare odorante di tempesta
che cerchiamo di inventare vita.