è da molto
che più non sogno
e le radici
abbarbico nella concretezza
del reale,
ancora di mia salvezza
da quando l'ultima carezza
d'amore si trasformò
nell'ennesimo schiaffo
d'un crudele fato
che sempre posto
ha sul mio cammino
crudeli uomini, capaci
sol se stessi d'amare.
Con i piedi immersi nella realtà,
fango di palude
ad appesantirmi il passo,
ho scritto poesie
con riflessi
di celesti nostalgie
ricordando,
con lacrime di rimpianto
a generare soffuso tormento,
la soave musica del perduto
mio paradiso.
Per questo
baciando
sotto il vischio il nuovo anno
ho espresso l'unico desiderio
che mi occorre
per tornare a vivere e sperare:
il coraggio di indossare
nuove ali
per liberarmi dal fango
della terra
cosi che libera e redenta,
in un azzurro sogno d'amore
immergermi e di nuovo volare.