Ricordo ancora
l'appagare
quel mio desiderio.
Dopo milioni
di attimi
vissuti in città
la voglia
di rivedere il mare
e di essere
tutto e uno
con lui
come fosse
lui me medesimo.
Arrivato a Viareggio
in una giornata di sole
non feci in tempo
a prenotar l'ombrellone.
Nella corsa dalle cabine
al mare, piano piano
mi trasformai.
Cominciarono
a uscirmi pinne
al posto dei piedi
come un delfino mannaro.
La gente, quasi spaventata
mi guardò stupita,
cominciò a urlare.
Il tuffo fu una panciata
di cui ancora o il dolore.
Il goder del contatto con l'acqua
un delirio.
E da delfino mannaro
divenni sottomarino.