Supplicare gli attimi perché il tempo arrivi
Senza ritorno nella mente
Con l’abisso come presente
In un’astronave muta
E questa assurda tuta
Pesante su questa soglia
E leggera nel dormiveglia
L’implosione intempestiva è spesso funesta
A volte è gioia mista
E altre intemperanza cupa
Ulula la lupa che mi dà vita
Grida vendette e riconversioni
Postula i tempi morti
E le controverse sorti degli equilibristi al contrario
Questo è il mio itinerario
Originale e vario, dolce e aspro
E perdono e vendetta si ricompongono in fretta
Lanciano funi per portarmi in salvo
Ma ad attendere non c’è più nessuno
Perché per qualcuno forse nel nascondersi c’è salvezza
Ma dietro il muro c’è l’amarezza con intermezzi vuoti
E non mi volto a rinnegare il cammino
Negli snervanti attimi che ora son sempre più vicino
(Autunno 1990)