Riportami a casa
per una delle mille strade
che portano alla Chiesa bianca di calce
e l'abside che accolse il suo candore
cinta, d'acciottolato di frangenti aspersi
dai Ligustici marosi
asciugati, da un impertinente Maestrale
cotti, dal salmastro di giornate leonine
e speranze, vane
l'afelio vitae mio, insegue il ritorno
è finito il tempo della fortuna
lo sò
no, non è colpa tua
ma riportami a casa
questa neve non è eterna
bucaneve e merli me l'han detto
al primo sbiadir della notte
lo sò, la lettera è ingiallita
con parole sbiadite, forse pioggia o lacrime
oppure, ha troppe stagioni il suo ricordo
ti capisco, ma
riportami a casa
Destino