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Quanto l'uomo non capisce

Ferreo, al cornision dall'alto
osservi, via severo sguardo,
immenso, grand'il ciel cobalto
irato, fiero, pari, bardo.

Gonfio e morboso guardi e
speri in piccol cor tuo muto
'spetti crosta oppur ricordi?
Poggi stanco eroe pennuto.

E ancor, plumbeo piumaggio
s'appoggia sul groppone ma
non è ancor venuto Maggio,
l'occhio tuo par che ragione.

Di raro tanto si socchiude
l'occhio, mortal sospir sembra ti tocca.
Da paglia, intanto, un ghignar racchiude
rumor di vita, improvviso scocca.

figursti morir... da trista idea,
mentre neve dal su pian cade
sorpreso, sciocco mio vis' parea
covan' stavvi, pulcin sorride

 

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 15/04/2012 11:21
    ... un linguaggio incisivo,
    ben strutturato
    in ogni strofa,
    complimenti.

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