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Ho saputo che tua madre è morta

Ho saputo che tua madre è morta
viveva da sola,
tu lontano da molto.
Ricordo la voce velata
I suoi particolari orecchini.
Ti lascia la casa in paese
con l'orto non più coltivato
dove verzure e gladìoli
confondono i loro bocciòli,
ti lascia un armadio
nella sua stanza di vecchia
colmo d'abiti antichi
che nessuno più porta.
Ti vedo
seduto in giardino
stupito della tua stessa mancanza,
rimase sola a Natale
perché eri in viaggio,
e da mesi mandavi promesse.
Lei lo sperava ogni giorno
spazzando davanti alla porta.
Ora nella cucina respiri
il buon odore di casa,
il legno dei duri cassetti,
il cucito rimasto incompiuto:
è tutto quello che rimane di lei.

 

l'autore mariateresa morry ha riportato queste note sull'opera

dedicata a tutti quelli che non hanno mai abbastanza tempo per visitare i genitori anziani.


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5 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 03/02/2012 01:37
    Matiateresa in questa sua lirica esprime un sentimento di compassione che fortunatamente tra alcuni giovani è condivizo. Tra l'altro i nonni talvolta sono i veri genitori, con i loro limiti, ma con una forza tipica di coloro che hanno vissuto sulla pelle almeno la seconda guerra mondiale. Eppoi ti esprimi in modo semplice immedesimandoti in una situazione reale che forse è come un lampo di nostalgia nei confronti di qualcuno che ti proviene dal passato. Bella.
  • Don Pompeo Mongiello il 02/02/2012 14:24
    La vedo come una denuncia a chi non don trova o non vuole trovare il tempo necessario per visitare i vecchi genitori. Tra l'altro descritta in uno stile unico e piacevole.
  • cristiano comelli il 01/02/2012 17:08
    Inevitabilmente una madre che muore, cara Maria Teresa, rappresenta un pochino il morire di noi stessi. Le madri, però, quando ci fanno nascere, proprio come Dio, hanno una progettualità su di noi. E ci chiedono per questo di portare avanti, accanto alla nostra autonoma progettualità di vita, anche la loro, quella che il loro bene ha loro permesso di cucire su di noi. Per questo una madre, perendo, non perisce, perchè ci lascia la sua idea di noi che esisteva nel suo concepirci, ha continuato a svilupparsi nel suo grembo e si è garantita continuità temporale nella nostra estensione prima di bambini e poi di uomini. Anche per questo esiste il dovere di non dimenticare la madre; è un dimenticare noi stessi, in pratica, e anche un dimenticare il bene che su noi ha riposto appunto con una concreta progettualità di vita. Che non si disperde quand'anche decidiamo di intraprendere strade differenti. Sono andato forse un po' fuori dal tema conduttore della poesia ma vi ho trovato in qualche verso lo spunto per poter elaborare questa povera riflessione. Cordialità e complimenti.
  • Anonimo il 01/02/2012 16:36
    In quest'opera, Mariateresa ha saputo mettere il dito sulla piaga della solitudine di tanti anziani e sulla indifferenza di molte persone, a loro care. Indifferenza, che forse, solo per egoismo, viene giustificata con la mancanza di tempo, la lontananza, gli impegni di lavoro ed altro, mentre spesso è soltanto mancanza di attenzione e di rispetto verso chi ha voluto e continua a voler loro bene e che, spesso, ha solo bisogno di vederli per continuare a donare loro, ancora affetto.
    E cosa rimane dopo? Forse, il ripensamento, il rimorso attraverso un oggetto, ma è fuggito il momento!
  • Anonimo il 01/02/2012 15:15
    bella poesia... tema importante... e sensibilità acuta... ma vi prego non colpevoliziamo sempre e kmq questi "poveri" figli!

20 commenti:

  • Ellebi il 06/02/2012 13:42
    Pur non essendo particolarmente amante della poesia, mi piace tuttavia questo tipo di lirica che va al sodo senza troppi intellettualismi. Saluti
  • Anonimo il 04/02/2012 19:08
    La tua poesia mi ha molto colpito e sono d'accordo con te. Condivido
    anche quanto hai espresso sulla nota.
    Molto bella e scritta molto bene.
  • franco picini il 03/02/2012 20:49
    Questa tua è un racconto, narrato con il linguaggio evocativo e denso della poesia. Una vecchia madre che non c'è più ed un figlio che la piange, forse anche lacerato da un rimorso. Una storia, purtroppo, non molto rara, raccontata con la soave spontaneità dei tuoi versi, con l'attenzione ai particolari, in questo caso alle piccole conseguenze comportate da questa assenza (l'orto non più curato, gli abiti che resteranno inusati). Un modo di fare poesia che trovo sincero e per questo, sul tema della tua, struggente. Poesia che tocca il cuore e commuove.
  • Marco Briz il 01/02/2012 23:40
    Soffoca, batte alla testa il dolore del rammarico... lascia al cuore un battito a vuoto come vuote erano le promesse, le speranze, le'illusioni gratuite mai mantenute, da troppo tempo... per meritarne il ricordo.

    Da applausi carissima... brava, veramente, mi hai colpito appieno
  • rudens roze il 01/02/2012 19:01
    Ottima prosa poetica. Lascia l'amaro in bocca a chi nel tempo ha rinviato una visita, un saluto, convinto di avere davanti una infinità di ore a disposizione. I genitori non si sà perché ci pare siano immortali. Le immagini della chiusa stringono e commuovono. Brava
  • rudens roze il 01/02/2012 18:55
    Commovente prosa poetica, lascia l'amaro in bocca a chi mette da parte qualcosa con la speranza di fare sempre in tempo, di non arrivare tardi e i genitori ci sembrano immortali sembra sempre possano aspettare più degli altri. Bella!
  • mauri huis il 01/02/2012 18:41
    Bellissima e triste, ma non più di tanto. In realtà tu descrivi, non colpevolizzi. Casomai stigmatizzi, ed è giusto così. Ogni rapporto ha una sua storia, personale e irripetibile, anche quello tra genitori e figli. Non si sa mai bene cosa c'è dietro. Ps: come sempre scrivi divinamente!
  • Anna Rossi il 01/02/2012 17:25
    noi fuggiamo. il tempo no. rimangono, spesso, solo i rimorsi.. quando è troppo tardi. molo triste, ma vera.
  • alta marea il 01/02/2012 16:28
    Bella.. questa composizione, dedicata a chi non ha mai abbastanza tempo per i genitori io il tempo lo avevo, ma loro non mi hanno aspettato.
  • Gianni Spadavecchia il 01/02/2012 16:24
    Molto tenera come poesia.. Davvero bella, complimenti! Meglio rendersi disponibili prima che sia troppo tardi..
  • Anonimo il 01/02/2012 15:44
    Oggetti e altre cose tangibili che ancora vivono, ogni cosa poni davanti agli occhi, fotografi la realtà e affondi comunque nel cuore l'ineluttabilità della morte di una madre e la "distrazione" irreparabile di un figlio. Delicatezza profonda: sempre "grande" Mariateresa.
  • mariateresa morry il 01/02/2012 15:33
    Può essere una madre, un padre, una nonna... il senso è uno solo: non lasciamo attendere invano chi non ha molto tempo davanti... qua nessuno colpevolizza, a me interessava puntare il dito su di un atteggiamento diffuso... grazie dei commenti
  • stella luce il 01/02/2012 15:21
    parole molto forti... io ho amato mia nonna più di mia madre e sai cosa ti dico è la sola che sento ancora vicina alla mia vita anche se da 8 anni non è più con me... bellissimi versi
  • Hila Moon il 01/02/2012 13:25
    Bellissima, profonda, struggente...
  • senzamaninbicicletta il 01/02/2012 13:08
    di una tristezza indescrivibile
  • Alessandro il 01/02/2012 12:44
    Stupito di una mancanza, riaffiora il sentimento quando ormai è troppo tardi. Rimangono una vecchia casa in paese e un cucito incompiuto. Molto apprezzata.
  • Alèd il 01/02/2012 12:34
    Una cattiva morale
  • vincent corbo il 01/02/2012 12:04
    Semplicemente un capolavoro, non è possibile aggiungere altro.
  • karen tognini il 01/02/2012 11:27
    Si Maria teresa.. questa tua è propio bella...
  • Anonimo il 01/02/2012 11:21
    Molto bella... emozionante mi coinvolge tantissimo... complimenti piaciuta molto... brava!

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