Battezzi il vibrante malessere
con piogge acide di liquore.
La tua uniforme è il fallimento,
il volo del tappo è lo squillo di tromba.
Estenuanti marce sotto la neve,
trincee tra i bar della stazione,
è tempo di guerra: "Sergente Bottiglia?
Presente!", non è più un'esercitazione.
Non sempre ha un buon sapore
scotta e scorre ma non ti colora,
viso pallido nella riserva della vita.
È però più docile da ingoiare
dei tuoi pesanti immobilismi
e di quello che avresti potuto dare
per rabbia o per amore,
un'angoscia mai domata.
Calmo nell'apparire, caos daltonico dentro,
bruciando il cielo d'un colore alieno.
Hai perso l'orientamento,
messo da parte gli attrezzi
dell'amor proprio, preferendo costruire
rifugi improvvisati e cadenti,
scalando mondi lisci e metallici
"È troppo, si scivola. E abbiamo freddo."