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Non è così semplice

Non è così semplice poter donare un sorriso sincero a chi ti vuole bene.
Sarebbe come mentire, mentire agli amici e a se stessi;
ed io continuo a prendermi in giro pensando che vada tutto bene...
Ma la felicità nel mio cuore ci sta male.
Non vive bene la felicità col mio cervello,
eterni rivali che si danno battaglia senza trovare un punto di pace;
che male c'è nel poter dire per un po' di tempo: "sto bene".
Sono io che mi faccio troppe domande,
voglio promettermi la serenità ed invece ricevo in cambio semplice sofferenza.
Così semplice soffrire, anche senza motivo il cuore può morire...
Faccio a pugni con la vita che a volte qualche carezza me la concede,
per poi pugnalarmi alle spalle e riportarmi nell'Inferno del Mondo.
Il vero Inferno però è vivo in me, a volte va in letargo...
Ma come posso eliminarlo non lo so,
fa oramai parte di me;
ma la mia mente, il mio cuore, la mia forza,
sono più grandi di lui o almeno penso che sia così.
Queste righe desolate e povere di speranza
esprimono tristezza mista a rabbia...
Lacrime urlate l'ira che conservate,
voglio ritornare nel Purgatorio della Vita,
non chiedo altro.

 

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2 commenti     3 recensioni    

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3 recensioni:

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  • Don Pompeo Mongiello il 10/02/2016 09:48
    Come poesia la trovo molto lunga, ma come pensiero profondo e sincero da meritare il mio plauso!
  • Anonimo il 15/02/2012 11:05
    bella e pienamente vissuta... solo che mi sembra più una riflessione che una poesia...
  • tylith il 13/02/2012 23:47
    Quando ho letto il componimento ho pensato che avresti potuto intitolarlo in molti modi tra i quali "Eterni Rivali". Il cervello e la felicità che non riescono in alcun modo a trovare un accordo e un compromesso è come se fossero come due persone che non si possono vedere e che si dicono "Se c'è lui io qui non mi fermo", sembrano anche un po' bambini se vogliamo. Il cervello si fa troppe domande ed è estremamente razionale e nel suo essere complicato non accetta lo stato d'animo della serenità e continuando a farsi domande porta allo sfinimento il poeta che sente la vicinanza della morte che giunge senza motivazione. L'introspezione è come se vincesse e porta il protagonista in uno sfinimento tale che è l'Inferno il luogo in cui si ritrova, ma qui non è stato il cervello ad infliggergli tale sofferenza ma la Vita stessa che è capace di accarezzargli il viso e poi di pugnalarlo alle spalle, sfoderando una vigliaccheria che deluderebbe chiunque. Ma la cosa più struggente è che l'Inferno è vivo nel cuore del giovane uomo che, distrutto da tale sofferenza, non sa come uscirne egli sente dentro di se la forza che potrebbe riportarlo dagli inferi al Purgatorio, dove vivere sarebbe senza dubbio più facile.
    È la forza che riuscirà a salvarlo grazie ad un pianto pieno di rabbia e ira che lo riporteranno ad uno stato di vita sicuramente più accettabile. Quando scrivi "Queste righe desolate e povere di speranza " in realtà vuoi esprimere il contrario e avvertire il lettore che non deve farsi abbagliare da una prima lettura veloce della poesia ma dovrebbe trovare la forza di scendere ad un livello inferiore, senza arrivare agli inferi della sua anima, ma avere solo il coraggio di sentire che se l'inferno di quanto viviamo vuole bruciarci allora spetta solo a noi urlare lacrime piene di rabbia pronte a salvarci. A me questa poesia è piaciuta.

2 commenti:

  • vasily biserov il 16/02/2012 01:25
    la mente, il cuore, la forza, non perderle mai, sono le uniche che ti possono guidare verso il Paradiso! bella introspezione! bravo!!
  • Anonimo il 14/02/2012 16:52
    Un'opera apprezzata, che esprime tutta la complessità e la conflittualità del soggetto rispetto ad argomenti molto profondi.

    Bravo Gianni.

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