Ho visto un bambino annegato
steso su un tavolo
alle dieci del mattino.
Ho visto un uomo inchiodato in un letto
come un insetto trafitto
da uno spillone.
Ho visto migliaia di cose
non buone.
Mi sono sempre stupito
di come ogni cosa bella porti a Dio
e le brutte non ne allontanino.
Ma forse l'ateismo è perdente
perché al posto dei sogni
non dà in cambio niente.
Forse è un orgoglio, un emblema
mentre le religioni
anche le più incredibili e strane
sono sempre un sistema.
Forse siamo stati così abituati
fin dalla più tenera età
a credere in un fantastico
terribile, trascendente al di là
che è molto più facile ricredersi
o meglio apostatarsi
che imparare a pensare
e gestirsi da sé.
Perfino chi non crede
continua a cercare
ciò che trovare non può
né potrà
sentendosi in colpa
per il suo essere fuori dal gregge
in quello che pensa, che dice
che scrive e che legge.
Un ateo è sempre solo
tenuto in sospetto o pietà
disprezzato o commiserato
da chi voce propria non ha.
Un ateo è materialista
individualista, nichilista
e destinato a una brutta fine:
quella di non far mai parte
dei buoni.
Ma non vi viene il sospetto
che anche un ateo abbia un cuore
e che quello che può sembrare un vuoto
non sia, in realtà, che un fardello mancante
erroneamente ritenuto benefico
e in realtà assurdo
e penalizzante?
Non vi viene il sospetto
che dietro la catechesi infantile
proteiforme ed universale
non vi sia che un progetto banale
di plagio e controllo delle menti?
Non vi viene il sospetto
di esser trattati...
irrispettosamente?