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Parlando ai miei difetti

-Mio triste orgoglio,
Ti vanti di te stesso,
L'amore è per te uno scoglio,
un colpo al cuore stesso.

Giudichi le nuvole
Anche a ciel sereno,
Le definisci subdole
Sputando il tuo veleno.

Ristretto universo
Fatto di superbia,
Sotto un cielo terso
Perso nella nebbia.-

e lui:

-Perché umiliarsi!?
Ciò che conta son io,
Tra tanti mondi sparsi
nel mio mondo sono un dio.

Stupidi inetti,
Pregate del mio ritorno,
Voi siete piccoletti
Ma io son l'intero giorno.

Re del mio io
Spero nella vostra resa,
Io, Il solo dio
Di una bugia estesa.

Donatevi a me,
oh piccole persone,
io, il vostro seme!
Voi cavalli e io sperone!-

 

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3 commenti     2 recensioni    

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2 recensioni:

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  • Alessandro il 30/03/2012 16:29
    Un dialogo interiore tra gli umani difetti. La seconda parte gioca sul monologo delirante sella superbia, il solo dio di una bugia estesa che domina le piccole persone. Davvero profonda.
  • Anonimo il 29/03/2012 20:29
    Quest'originale componimento merita davvero tanto. Le rime conferiscono una musicalità che accompagna la lettura in un piacevole viaggio verso i "difetti" che in questa poesia proprio non esistono! Complimenti!

3 commenti:

  • Rossano il 03/04/2012 11:31
    Bella, musicale e originale. complimenti.
  • Salvatore Di Trapani il 29/03/2012 21:26
    Davvero molto bello. Originale e piacevole. Spero di leggere presto delle tue nuove opere
  • loretta margherita citarei il 29/03/2012 20:21
    molto originale complimenti