Sa di vetro
la distanza
di fili d'erba calpestati impietosamente da scarpe di cristallo con tacchi di brina
spegne i colori agli occhi del tatto
lasciando aloni di caldi fiati appannati
dietro attimi di vita soffiati via da finestre capitolanti
su voci imprigionate
tracce di sfumature amorfe
incollate a freddi contatti di condensa
le nostre labbra d'amore palpitanti di viole
non riescono ad infrangere specchi trasparenti di vento trasferendo nel lontano spirito del sogno riflesso
distese di prati morbidamente allungati nei profumi inespressi
dei nostri cuori
cresciuti in voli d'edera presso il rauco crocevia di passi solitari murati nello splendore alburno dei giorni dal crocidare di corvini cipressi