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Quer cerchio de metallo

Smucinavo 'na vecchia palandrana...
'nfonno a la saccoccia più sgarata
ce stava, conservata, n'incartata
e drentro un pezzo de' gioventù lontana

era l'anello che m'arigalò quer giorno
'n ragazzetto basso e 'n po' 'mbranato
Poi me chiese se se ce fidanzavamo...
dritto 'mpalato co quer giojello in mano

e mo' che l'avevo liberato stava lì, bono,
pareva s'aspettasse d'esse ritrovato
e m'è sembrato pure che stesse ringrazianno
mentre lo fissavo e ripenzavo a quei tempi scemi

'a quer pischello che mo' era cambiato:
arto e acchittato, nun era più 'mbranato
e rosso 'n faccia come 'n pommidoro
mentre che me infilava 'norgoglito

quer cerchio de metallo 'intorno ar dito.

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • salvatore maurici il 20/09/2012 19:07
    Amo il dialetto, le persone che lo parlano correntemente e che lo accompagno con qampi gesti. Patrizia lo scrive anche bene. L'argomento del ritrovamento di una vecchia giacca è pretestuoso; era necessario per parlare di un vecchio amore, di due ragazzini, un ricordo lontano, sepolto sotto cumoli di ricordi e che per un attimo viene fuori per prendersi il suo piccolo momento di gloria "pareva s'aspettasse d'esse ritrovato". Il commento in versi è armonioso, sagace, bello!

1 commenti:

  • Rocco Michele LETTINI il 31/03/2012 19:14
    La poesia romanesca m'ha sempre preso... da Gioacchino Belli a Trilussa... Simpatico il Tuo percorso matrimoniale... corredato da un sublim verseggiar... et accettabile musicalità nel ricercar rima...

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