Lunghi fili d'argento pendenti dal soffitto
di questa grande prigione senza porte,
il tempo scorre ma non serve a niente
e la fame non s'attenua aumenta sempre di più,
muffa e polvere sui muri e sulle lenzuola
negli abissi del dolore non soffia mai il vento,
guarda nella luce calda della lampada
i suoi occhi brillano come freddo vetro nero,
quanti giorni sopravvive un ragno senza cibo
mentre le mosche fiere affogano nel miele,
danza con le ore una litania funebre
calpestando il pavimento senza fare rumore,
la noia è una consuetudine della realtà
desideri appesantiti e sospesi nel vuoto,
vecchie ragnatele bianche che si spezzano
lei vorrebbe un'altra bocca da baciare,
il passo lento e ripetuto di chi sa aspettare
lo sguardo triste e inespressivo come la morte,
la desolazione avvolge notti e giorni sempre uguali
osservando ogni movimento dentro la stanza,
nella dolce solitudine di una lunga attesa
a volte il tempo passa in fretta e ci si dimentica,
qualcuno non ha visto al di là del buio
chissà se sta cadendo nella trappola