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Aracneide

Lunghi fili d'argento pendenti dal soffitto
di questa grande prigione senza porte,
il tempo scorre ma non serve a niente
e la fame non s'attenua aumenta sempre di più,
muffa e polvere sui muri e sulle lenzuola
negli abissi del dolore non soffia mai il vento,
guarda nella luce calda della lampada
i suoi occhi brillano come freddo vetro nero,
quanti giorni sopravvive un ragno senza cibo
mentre le mosche fiere affogano nel miele,
danza con le ore una litania funebre
calpestando il pavimento senza fare rumore,
la noia è una consuetudine della realtà
desideri appesantiti e sospesi nel vuoto,
vecchie ragnatele bianche che si spezzano
lei vorrebbe un'altra bocca da baciare,
il passo lento e ripetuto di chi sa aspettare
lo sguardo triste e inespressivo come la morte,
la desolazione avvolge notti e giorni sempre uguali
osservando ogni movimento dentro la stanza,
nella dolce solitudine di una lunga attesa
a volte il tempo passa in fretta e ci si dimentica,
qualcuno non ha visto al di là del buio
chissà se sta cadendo nella trappola

 

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1 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • tylith il 11/04/2012 14:35
    Tutta la poesia è la metafora della donna come predatrice che attende la sua preda, la incanta, la lascia nella sua totale solitudine, senza cibo e senza aria. Il poeta si è ritrovato in trappola e a lui non resta che essere il testimone di quello che è il comportamento sempre uguale del ragno. Davvero un modo originale per descrivere le pene di un amore crudele dove il sentimento lascia lo spazio al cinismo.

1 commenti:

  • tylith il 11/04/2012 12:18
    È bellissima e profonda tanto per cominciare, poi le dedicherò più attenzione come essa merita!

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