username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

La fame

Sul tram
Invidioso
guardo denti bianchi masticanti
una focaccia unta
sopra due tette ansanti
ho fame
una sola direzione
per lo sguardo
il tram
corre sulle rotaie
vorrei chiedere
di quelle
orride scarpe
ma si possono chiamare scarpe
quelle?
Mani sporche strappano
Brandelli masticabili
Nauseato
Cerco un indirizzo
Il pensiero vaga svagato
Tra rumori di automobili
torna alle scarpe
orride
mani sporche
accarezzano
la mia faccia
unta
come un fiume carsico
la saliva
trascina cibo masticato
che straborda
da mascelle gonfie
in vomitevoli residui
che cadono
su due tette ansanti
seguo voglioso
briciole oscene
sparire
negli incavi
delle trincee scavate
nella mia guerra
contro
questo tram che sferraglia su rotaie
diritte e senza speranza
di un minino cambiamento
ho fame
ascolto il cibo masticato
e ingurgitato mentre
i denti bianchi sorridono
e mani sporche accartocciano
gorgoglia
la focaccia unta
mangiata
ho fame
condannato
a non arrivare mai
dove potrò
finalmente
sfamarmi
di te
condannato
a guardarti mangiare
nauseato
dalle tue scarpe orribili
e dalle focacce unte.

 

2
5 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

5 commenti:

  • Ivano Boceda il 12/04/2012 09:48
    Naturalmente l'Anonimo sono io!
  • Anonimo il 12/04/2012 09:44
    Chiacchierando in rete con alcuni giovani amici amanti del poesia mi è capitato di sentire l'elogio del "mejfy", che nessuno, a dire il vero, ha saputo definire o spiegarne le regole, se non nell'assenza di regole e costrizioni. Parole "vomitate" casualmente ma seguendo un filo nella mente, Cazzate ciascuna apparentemente senza forma, ma che nell'insieme acquistavano senso, come note di jazz. Il tutto condito con alcuni vecchi archetipi dell'imponderabilità del vivere:il viaggio, gli incontri, gli incroci, ma anche la costrizione, il bisogno, la dissoluzione. Parole che non raccontano ma simulano il caos della vita. Ho cercato di scrivere mejfy, ma mi rendo conto che il mio "disordine" è fin troppo ordinato.
    Ringrazio tutti quelli che hanno voluto lasciare un loro commento.
  • loretta margherita citarei il 11/04/2012 20:48
    profondo il contenuta, meno la forma apprezzata
  • Alessandro il 11/04/2012 19:27
    Versi che potevano essere diluiti meglio, ma capisco la tua intenzione di evidenziare i singoli vocaboli, colpire con le parole e gli stacchi. Piaciuta
  • mauri huis il 11/04/2012 15:32
    Poesia pensante e impertinente, che unisce buone invenzioni e dettagli irriverenti. La fame diventa una fame nervosa che non t'invidio. Ciò detto mi complimento per la forma e per il contenuto. Ma spero d'incontrarti quando sei sazio.

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0