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Precipitare

Voglio saper volare e poi scordarmi come si fa per precipitare.
Sono sicuro che male non mi farei, son forte ed ho subito di peggio;
sarebbe solo un'ennesima ferita sul corpo...
Voglio barcollare su un filo dal piano più alto di un palazzo e precipitare.
Penso che il dolore non sarebbe paragonabile all'urlo di un'anima;
sarebbe solamente un'altra debole ferita sul cuore...
Voglio scavalcare un altissimo recinto e ritrovarmi in un burrone in cui precipitare.
Mi farei una ferita profonda, potrei spezzarmi le ossa, magari piangere, ma ho subito di peggio;
sarà sangue che coprirà i vestiti di dolore, di angoscia...
Voglio cadere da solo a terra e trovarmi in un tunnel infinito e precipitare.
Sono certo che male non farebbe dopo le mie brutte esperienza, più dolore non fa;
sarebbe solo un livido al ginocchio, una lacrima sugli occhi...
Voglio precipitare e sentir il mio urlo rimbombare, ma sapermi rialzare.
Voglio precipitare, cadere e rialzarmi, perchè sono forte;
voglio precipitare il più giù possibile, male non farà...
Perchè niente fa più male di un pianto di dolore.
Pretendo di farmi davvero male per far capire che sarò sempre pronto a rialzarmi.

 

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6 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • cristiano comelli il 23/04/2012 23:03
    Diciamo, caro Gianni, che guardare in faccia il dolore ci insegna a valorizzare sempre di più la vita; direi che si possa leggere questo dalla sua poesia, non dobbiamo mai avere paura di regalarci nuove sfide, ci servono per prendere sempre di più le misure (in senso positivo, si intende) al nostro essere uomini.

6 commenti:

  • stella luce il 23/04/2012 23:08
    Caro Gianni il dolore dell'anima, non è nulla a confronto con quello che sente il corpo... ed io adesso come ben sai te lo posso assicurare... le ferite del corpo si rimarginano e ci fanno ripartire... quelle dell'anima hanno bisogno di tempo ed alle volte non guariscono mai... ma tu sei forte è questo il tuo vantaggio che ti porterà sempre a rialzarti e lottare per ciò a cui tu tieni veramente...
  • Anonimo il 23/04/2012 18:58
    Ci sono cadute da cui ci si rialza, continuamente, per andare avanti. Ma le cadute interiori hanno bisogno di farci toccare il fondo prima di poter realmente farci tornare a vivere e riappropriare di noi stessi.
    Riflessione profonda e molto apprezzata, la tua.
  • loretta margherita citarei il 23/04/2012 17:26
    profonda prosa apprezzatissima
  • Anonimo il 23/04/2012 17:16
    Quando si desidera, l'abisso si fa sempre più profondo... forse è meglio camminare guardando, di tanto in tanto, il cielo e forse riconoscerai la tua stella e se poi, inciampi e cadi ti rialzerai sempre sorridendo. Lascia che sia...
  • Teresa Tripodi il 23/04/2012 16:48
    condivido in pieno il commento di Mariateresa... cadi e alzati se stai male ti fermi e poi riparti...
  • mariateresa morry il 23/04/2012 16:26
    Caro Spada, davvero ben costruita questa prosa-poesia.. usi diverse immagini per arrivare ad una conclusione, nessuna caduta per quanto dall'alto potrà far male quanto un pianto che nasce dal nostro profondo, per un dolore intenso che proviamo... a volte davvero un dolore ci sembra un abisso incolmabile, ma anche per esso ci sarà ben un paracadute!!

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