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Mia nanna aveva paura del nuovo mondo

Chiusa nel bozzolo della veste scura

con la paletta in mano stuzzicava il fuoco

e raccontava favole vere di un nobile passato,

tutto era proiettato nel mito come un sogno,

anche gli orrori dei briganti e della guerra

delle carestie e della peste, dell'ignoranza e della fam, e

tutto nobilitato e sanato, tutto in un piano superiore

ordinato da valori e regole indiscusse.



L'ieri era come un rifugio una corazza uno schermo

per non guardare innanzi oltre la siepe il muro del presente.



Il mondo le appariva disordinato si mescolava innanzi

come le nuvole di fumo del focolare che più non aspirava.

Non riusciva a decifrare ciò che accadeva intorno,

le stagioni, il vento, lo scrosciare della pioggia

e il porco stupido che quelli del passato faceva rimpiangere

e le galline avare che più uova non covavano sbadate e pigre.



Segnali contrastanti il ciel mostrava, cose nuove che sfidavano il suo Dio,

quella scatola da dove uscivano voci strane e rumori che chiamavano musica,

e giovani senza nerbo senza spina dorsale senza valori,

senza rispetto davano il Tu padri ormai proni

e donne senza gonna con pantaloni sconci

e gente dimentica della propria schiatta che si metteva a livello

pettuta innanzi ai loro padroni senza creanza.



La nonna era confusa aveva paura dell'ignoto

viveva in un mondo capovolto senza timore di Dio.

Poveri noi chi sa un giorno quale punizione ci attende!

Mormorava e viveva nel terrore di un castigo imminente

e per paura se ne stava rintanata come una formica nella tana.

 

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2 commenti:

  • loretta margherita citarei il 24/04/2012 16:15
    notevole complimenti
  • Anonimo il 24/04/2012 15:49
    Forse è comune a tutti gli anziani d'aver paura del futuro. Tuttavia, non aveva torto tua nonna perché il futuro ha portato dei cambiamenti molto rapidi in tutti i campi, compreso il costume di vita e le abitudini.
    Per alcuni versi, ritengo che l'uomo sia anche migliorato e per molti altri risente, necessariamente, d'una differente ideologia, difficile da comprendere per un anziano, spesso anche per noi, visto che il centro non è più l'uomo, ma l'interesse economico.

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