quando giovane
racchiudevo in me l'ebbrezza
della primavera,
dei soavi suoi fiori la bellezza
e la freschezza,
amavo il sorriso della gente
mi compiacevano i bramosi
sguardi maschili e il complimento
ricevuto per strada.
Simile ero al giungo flessuoso
che il vento dondola a suo modo
senza spezzare,
posto all'attenzione
del sole, ricevendo quasi sempre
calorosi suoi baci in ogni stagione.
Ma la vita che molto mi ha provata,
in amarezza, in fisico dolore,
piena di delusioni, sconsolata
ha fatto sì che dell'olmo
prendessi la fattezza:
scorre più lenta la linfa
sullo stagionato mio tronco
ed i miei rami vigili sanno ora
combattere coi venti.