Or che l’inverno riposa
siete madre
signora dei miei sogni,
siete sposa
e non me ne raddolo;
anzi,
vi cinga d’allegrezza un volo
e d’esili profumi primavera vi circondi.
Un’altra estate è consumata;
i nostri giorni
fecondi di speranze e di sogni
si dissolvono in mondi reali.
Collega dell’infanzia mia,
primiero amore,
il tempo porta via
anche i ricami di pace,
d’amore e d’allegria.
(1967)