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Encomion morias

ho lanciato un sasso nello stagno
poi ancora uno
e altri

ne lanciai ancora

ma sempre uguali
surreali fronti d'onda

- quadrati -

s'allontanarono ritmici
dal centro
verso improbabili periferie

oltre quel confine
dell'umana ragione
si persero
nell'antro di trofonio

deluse aspettative
accavallandosi
tornarono indietro
per l'ingiustizia stoica
ch'è maschera del saggio

rimasi incredulo
e annegai
nel disgusto della distanza
- tra il bene e il male -
che chiude gli occhi
alla follia

 

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 16/05/2012 15:25
    Veloce e ricercata come la follia che non è né giusta né malefica. Complimenti

3 commenti:

  • Teresa Tripodi il 18/05/2012 22:52
    versi che si susseguono e si fanno leggere... come i sassi lanciati in quello stagno che allargano il cerchio fino a farlo sparire... cos'è la follia dell'uomo? cosa non è follia? si vive o si sopravvive senza la follia??? tra il bene ed il male, il bianco o il nero ci sta il buono ed il cattivo... la follia sceglie il suo preferito e gli da vita
  • mauri huis il 18/05/2012 21:05
    I cerchi d'onda quadrati in effetti sanno molto di Grecia, come del resto il titolo e l'eroe (?) Trofonio. Poesia molto malinconica, per come l'ho intesa io, e molto profonda. Ma bella e significativa. Complimenti e apresto, Sergio.
  • Anonimo il 17/05/2012 12:42
    Tu sì che sei un intellettuale e si sente che hai fatto studi classici. Questa tua poesia mi piace moltissimo perchè non è banale. ciao

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