Penso alla pioggia nella paglia del circo
ha sfondato l'odore di vecchio materasso
inzuppato di umori
dai tempi della vecchia locanda
sbattuto sotto i colpi di un furbo carrettiere
alla serva vilipesa e stanca.
Poi fu la volta di un maturo viaggiatore
con giacche colme di falci di luna
troppo sdentato per pranzare
vi rimase disteso notti
ruminando con denti d'anguilla.
Ma ancor di più questo materasso anfratto
raccolse le anche sottili della vedova
venuta in città al funerale
del parente crepato senza un soldo
Pagò tutto lei e pianse
avvolta nel rosario di vermiglioso opale.
Una coppia di sposi nudi di tutto
anche del loro stesso amore
rimase sveglia su questo materasso
non sapendo da che parte cominciare
né lui, mormorando, poteva dar consigli.
Prima di arrotolarlo nel cortile
tra umidi stantii e cartoni di birra
il materasso subì il piombo della morte
odorosa e prudente del prelato
uomo irridente lontano da Dio
fuggito con i soldi della questua,
perse nella fuga la goletta verso la
bella cittadina nota
per lardo fritto e pinte
e dove le ragazze allegre
non mancano di baci al maraschino.