Con passo lento, deciso e misurato
Tutto preso dal mio mondo ovattato
Cammino per le strade del quartiere
Con il mio amico, pastore e cane fedele.
Attraversando odori e rumori di motori.
Suoni e vociare di persone indaffarate.
Mi avvio verso la mia panchina,
Al Pincio di Villa Borghese.
Voglio assistere allo spettacolo unico.
Di un dolce tramonto romano.
Già soffia delicato il Ponentino,
portando con se i profumi del Giardino.
Intanto scende il sole e già colora
d'arancia tutt'intorno, la controra.
Si stagliano, davanti a un cielo rosso
come brace rovente, i pini di Roma.
Croci di chiese, cupole e ruderi romani.
Gloriosi ricordi di tempi lontani.
È come un film meraviglioso, musicato non da
Violini, ma da usignoli e merli canterini.
E con la mente assorta, in questo splendore.
Ascolto il mio cuore, pieno d'emozione.
Mi alzo per tornare sui miei passi, verso casa.
Ne conto 1-10-100. Siamo all'incrocio.
Si ferma il mio pastore, e subito, mi fermo anch'io.
Sorrido nel mio cuore, perché del semaforo...
Ne riconosco il colore! Calde, adesso scendono
due lacrime sul mio sorriso amaro.
CIECO. Si! Ma non al punto da non poter rivivere.
Con la mente. L'emozione di un Tramonto Romano...!
Il turbamento è un attimo! Prendo il muso del cane, tra le mani.
Dove sarà, con la mente, la nostra panchina, DOMANI?