L'otto non mi ha mai
portato fortuna.
E meno male
che lascio la scaramanzia
a chi non ha niente
di meglio a cui pensare!
I numeri sono la causa,
non l'effetto,
mi disse la vecchia
con la palla di vetro.
Due cardellini sono morti
di paura, precipitati
sul fondo della gabbia
alle quattro di pomeriggio,
senza nemmeno rendersene conto.
Il gatto ha avuto quel che voleva,
sciagurato che non è altro.
Tre meno due, uno.
Mentre il ritmo delle cose
riprende la velocità ordinaria,
leggo un libro che mi regalò
un amico, all'alba del mio
ventiquattresimo compleanno.
Il quattro è un gran numero,
si regge in piedi da solo,
e sa sostenere anche gli eventi
più spaventosi.
Non è come il nove.
Farei a meno dell'uno,
se non fosse proprio lui
il primo della catena.
E di numeri primi, per carità!
Sono troppo codardo
per affrontare da solo
un'intera legione in rivolta.
Meglio agire di rimessa;
come quel portiere
che prese tre gol in contropiede,
facendo finta di sbagliare i rilanci.
Guadagnò più di qualche milione
e se ne andò a svernare alle Maldive.
Ha sei figli adesso,
e quindici nipoti.
Chiudo più di due parentesi
in contemporanea,
senza usare lingua nè matita:
è più vicino il tredici
del diciassette al giorno
della pallida storia che non racconto.
Ho fatto la spesa per due settimane.
Uscirò a fine mese,
ma solo per dare uno sguardo
da vicino al mio conto in banca.
Meglio evitarle,
certe sorprese...