La nebbia del cervo
che picchia crudi corni
sul mio freddo marmo
m'ha già preso il cuore,
lo sento, mentre scuote
i gelidi zoccoli affamati
e lo sento, morso
dall'ululato lupesco
mentre dona il sangue
a difesa delle mie sporche spoglie.
Fuggi compagno,
lascia il mio tosco sangue
alle fauci del branco,
lascia i miei urli
al mare d'abeti
e che nella morte
sia il mio corpo
casa e riparo
di fiori lucenti.