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Giornalisti sul fronte di guerra

Non ho che una penna che trema,
sono io che le ho insegnato a tremare,
ma è lei che mi rivela,
il senso,
la lacerazione stritolante
del mio impotente tremore.
Il taccuino si addestra a essere forte,
no,
dare respiri compiuti di frasi
a una verità che ha scelto,
di indossare il vestito tagliente del sangue,
esige di portare con sè,
le tracce del Dio del coraggio;
chissà se qualcuno già per noi non scrisse,
il diario del nostro prematuro morire,
sulla nostra traballante missione di informare,
su quanto mai desidereremmo vedere.
I nostri pezzi odorano di spari
che sbucano improvvisi
dalle labbra feroci e traditrici del buio,
o da un cono di sole impazzito,
le nostre parole
sono intarsi di rischio calcolato,
che sanno di doversi sottrarre
alla tentazione di nascondersi,
per riuscire a non nascondere al mondo,
il dramma di quanto si voleva dipingere vita,
e fu invece inghiottito,
da una sbiadita tela di morte.
Anche noi non sappiamo,
nè mai sapremo,
se rivedremo il sorridere rinfrancante del mattino,
regalare nuove ore,
a quel desiderio di documentare
che è vergato sul nostro destino.
Madri, padri, mogli e figli,
capire potrete, lo speriamo,
che il nostro esservi lontani,
è il senso che avvertiamo del vivere,
perchè il nostro descrivervi il dolore,
sia la vostra forza,
per non incontrarlo più domani;
potrete forse rivederci in una bara,
o forse la vita neppure consentirà,
che le nostre spoglie possiate riavere,
ma una cosa sappiate ora e per sempre;
vivemmo ascoltando il fruscio maestoso,
del nostro senso del dovere.
Non siamo protagonisti,
nè mai saremo eroi,
ma solo inchiostro che custodisce i drammi,
di uomini come noi.

 

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7 commenti     3 recensioni    

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3 recensioni:

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  • Gianni Spadavecchia il 09/06/2012 17:37
    il dramma di quanto si voleva dipingere vita,
    e fu invece inghiottito,
    da una sbiadita tela di morte.
    I versi che più mi colpiscono il cuore.. Cruda realtà mischiata a tristezza e ad una eccezionale forma di scrittura.. Eccelsa la poesia che l'autore mette davanti ai nostri occhi. Affascinante chiusa.
  • Anonimo il 09/06/2012 13:55
    Descritti magistralmente coraggio e dolore di questi eroi della comunicazione, ma abbiamo immenso bisogno anche di un altro "coraggio": quello di descrivere molto più spesso e da vicino il bene generoso che non il male fonte di morte. Anche se sembra quasi più faticoso e meno redditizio, proprio sul piano della COMUNICAZIONE. Fin d'ora grazie a chi coglierà l'appello.
  • Rocco Michele LETTINI il 09/06/2012 08:38
    Una chiusa intrisa di toccante realtà...
    BRAVO CRISTIANO...

7 commenti:

  • Anonimo il 09/06/2012 15:37
    Cristiano, mi perdoni, la prego, se male mi sono spiegata: io non mi riferivo a Lei, la cui opera, tuttavia, mi sembra di avere chiaramente apprezzato. Il mio voleva essere SOLTANTO un accorato appello a chiunque si occupi di comunicazione, spinta soprattutto dal pessimo uso che spesso ne fa la TV di... intrattenimento. E se Lei già fa ciò che chiedevo, posso dirle solo: GRAZIE.
  • cristiano comelli il 09/06/2012 15:13
    Io personalmente non mi sono mai sottratto dal descrivere anche il bene generoso a cui lei fa riferimento; magari si soffermi anche su qualche altra proposta che ho fatto in questo sito e si renderà conto che non sono un mero descrittore di malvagità; che, peraltro, in questo componimento risulta sullo sfondo mentre sulla ribalta ci salgono le nobili figure del giornalismo che rischia la pelle per informare; se non è amore generoso questo...
  • cristiano comelli il 09/06/2012 13:34
    Grazie a tutti, devo dire che grazie alla presenza di questi veri giornalisti mi onoro di fare parte, sia pure come minuscolo collaboratore di un quotidiano di provincia, della categoria. In parte, perchè il mio impiego è un altro. E ovviamente non oso neppure da lontano paragonarmi ai veri professionisti dell'informazione come sono i corrispondenti di guerra. Tra cui ricordo un "certo" Indro Montanelli dal quale, a mio modesto avviso, chi vuole fare il giornalista deve prendere esempio come inno di libertà e serietà. "Per fare i giornalisti - disse il grande CIlindro in un'intervista - occorre molta umiltà". Dio la benedica, Indro, per esserci stato così come c'è stato.
  • Anonimo il 09/06/2012 12:47
    Molto bella la chiusa Cristiano. In essa ci vedo condensato tutto il significato di questa tua opera. Mi permetto di fare un accostamento citando le parole di Luca quando dice, magari riferendosi ad altre cose,: "Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare".
    Ora, ognuno di noi ha una sua chiamata ed è per rispondere ad essa che è portato a svolgere un compito anziché un altro. E non è importante che sia un grande e pericoloso compito, come in questi casi, ma che sia espresso col massimo dell'impegno e dell'onestà, riferendosi sempre alla verità e agli altri.
    In quest'ottica mi sento di approvare e di ringraziare quanto hanno fatto, queste persone, a rischio anche della propria vita.
    Complimenti Cristiano e buona domenica!
  • - Giama - il 09/06/2012 08:50
    Ho trovato una poesia molto profonda il cui contenuto mostra la tua sensibilità e la tua capacità ad entrare nell'intimo sentire di ciò per cui scrivi...
    Questo ti consente di far sentire le tue opere!
    Noto poi dei versi che in alcuni passaggi sono altamente poetici.
    Per cui sinceri complimenti!
    e un saluto.
    Giacomo
  • karen tognini il 09/06/2012 07:43
    Bravo e sensibile poeta... giornalisti coraggiosi che hamnno perso la loro vita per noi tutti...

    Madri, padri, mogli e figli,
    capire potrete, lo speriamo,
    che il nostro esservi lontani,
    è il senso che avvertiamo del vivere,
    perchè il nostro descrivervi il dolore,
    sia la vostra forza,
    per non incontrarlo più domani;
    potrete forse rivederci in una bara,
    o forse la vita neppure consentirà,
    che le nostre spoglie possiate riavere,
    ma una cosa sappiate ora e per sempre;
    vivemmo ascoltando il fruscio maestoso,
    del nostro senso del dovere.

    Bravo Cristiano.. toccante.. scritta con il cuore...
  • cristiano comelli il 09/06/2012 00:58
    Questa riflessione in versi è dedicata a tutti i giornalisti che, per informare sugli orrori di ogni guerra, hanno purtroppo perso la loro vita e spesso anche in giovane età. Ne cito alcuni che ricordo, Ilaria Alpi, Enzo Baldoni, Maria Grazia Cutuli, ma naturalmente il ricordo commosso va a tutti. L'informazione è spesso nell'occhio del ciclone perchè tacciata di divenire deformazione del reale. Credo però che chi si occupa di documentare una guerra di questo virus non abbia sofferto nè soffrirà mai. Sono missionari di verità cui vorrei esprimere qui tutta la mia gratitudine per essere i miei occhi laddove i miei occhi non riescono ad arrivare. O meglio, riescono ad arrivare con il pianto dell'impotenza per non poter frenare massacri, odi e ignobili conflitti. Cordialità.

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