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L'ecstasy che annienta

Forza,
anima indiavolata e insuperbita di deejay,
fai rantolare tra le due dita
di ritmo tremante e frastagliato,
una nuova musica che mi possa proiettare
estensione sfrenata di ballo
al servizio di uno sballo
che odori dell'oblio del cadavere
di un banale, inconcludente quotidiano.
Il tuo piatto ride,
sghighazza, affonda la lama di note impietose,
mentre il buio diventa tradimento,
celandosi nella complicità di luci ballerine,
l'ecstasy sta per accedere
indisturbato e irriverente
al palco incustodito delle mie insicurezze,
una mano color sangue
scopre il segreto
di quell'ubriacante ipnotizzarmi
e viola i confini intimiditi delle mie labbra,
poi ritorna nella tana sfuggente dell'oscurità,
come una vipera che adempiere ha saputo,
la sua lacerante missione di mordere.
Tutto è un fibrillare di passi
scomposti e aritmici,
orfani talora,
di compiute, sicure aritmetiche musicali.
Nessun bagliore nel locale,
si divincola dalla massa informe,
di luci psichedeliche e sonorità infiammate,
per illuminare i miei respiri conclusivi;
no, non erano questi
gli accordi che presi
con l'indomabile soldato delle mie debolezze
riscoprire volevo
di dimenticare di vivere nel vivere,
ma non sperimentare
l'attuarsi improvviso del mio morire.
Domani
solo squallide poltroncine,
odoranti di alcoolici a profusione,
e di disimpegnati baci e scopate,
rubate a una notte senza nome
come migliaia di altre;
solo la musica,
forse,
si fermerà dinanzi al gesso
del mio corpo disegnato
e ormai dato in pasto a un'impersonale autopsia,
per lasciare un bacio ricolmo di fiori;
poi la discoteca tornerà a sfavillare,
pavoneggiandosi indifferente e senza pensieri,
davanti alla pelle sorda
di uno spettatore chiamato mare.

 

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2 commenti     0 recensioni    

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2 commenti:

  • Vincenzo Capitanucci il 14/06/2012 10:09
    Da un'estasi naturale... ad un ectstasy... provocata da una violenza chimica...

    Ho sempre considerato le droghe... come autrici... di paradisi non artificiali ma violentati... ed il corpo e la mente pagano un caro prezzo... di essersi così inoltrati.. nel regno dell'anima...


    Il paradiso è in noi... ma solo mani d'Amore possono coglierlo...

    Splendida Opera Cristiano...

    poi la discoteca tornerà a sfavillare,
    pavoneggiandosi indifferente e senza pensieri,
    davanti alla pelle sorda
    di uno spettatore chiamato mare. (o Amore)
  • Anonimo il 13/06/2012 23:35
    Ma tu guarda, Cristiano, cosa ti può fare una esse messa davanti ad una parola. Invece di trovarmi a ballare, mi ritrovo a sballare, ma poi a sballare che? Forse le balle di cotone?
    Uno sballo che cambia la vita, non solo a te, e che invece di ballare ti ritrovi chissà dove e chissà con chi, magari credendo d'essere padrone e dominatore di tutto e invece ti riscopri meschino e incapace di autodeterminazione, in balia di altri che pur di guadagnare barattano la tua libertà con qualcosa che ti fa evadere dalla realtà invece di affrontarla. E lo fa così bene che alla fine, qualcuno riesce persino ad uscire per sempre da questa realtà.
    Chissà quando apprezzeremo il valore della vita come un dono gratuito e come un'esperienza unica e irripetibile?
    La tua poesia descrive una realtà pesante del nostro oggi e pone profonde riflessioni che sarebbe da approfondire, ma la cosa ci porterebbe molto lontano.
    Mi limito a ringraziarti per l'opera e ti auguro una buona serata!

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