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Le fantasie dell'ecografia

Con la mente ormai presa
e il pensiero sempre più teso
tra l'incanto di una Musa
e il canto di una Sirena,
con la medicina, ahimè,
non mi raccapezzo più e,
così, per migliorarla
mi son dato all'ecografia
ma, per disegno fatale,
anche qui c'è un segnale
che davver tanto m'ispira.
Se la poesia traduce
il canto di una sirena,
l'ecografia trasduce
il suono di una sonda
che il cuore scandisce
e all'istante lo rifrange
in una buia immagine
mentre per ben altri versi
la poesia il buio infrange
con un'immagine di luce.
Organi e tessuti umani,
un tempo molto riservati,
hanno naturale resistenza,
che dicesi impedenza
e che loro conferisce
diversa luminosità,
ma con i tempi correnti
c'è soltanto oscurità...
e siamo in campo ecografico.
Pertanto dalle onde sonore,
in poesia son canore,
sul grigiore di uno sfondo
puoi ben differenziar
immagini bianconere,
non certo iuventine,
dal color bianco iperecogeno
delle strutture solide
al color nero anecogeno
dei composti liquidi.
Da gran profano inizio
con la scansione addominale,
longitudinale e trasversale,
ma vedo solo tante ombre,
nere, brune e bionde,
pertanto non vedo niente,
metto allora gli occhiali
e così non ci capisco niente.
La tensione mi stimola
solo le vie urinarie

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 25/06/2012 11:19
    Testo lodevole lettura piacevole complimento

2 commenti:

  • Anonimo il 01/07/2012 12:52
    hai fatttyo di un'ecografia... una poesia non è da tutti bravissimo...
  • loretta margherita citarei il 25/06/2012 21:05
    molto apprezzata complimenti

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