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Quattro parole

La Luna vigliacca
si ritira all'orizzonte;
sfatta, ormai tramonta.
Un materasso di pioggia e asfalto
mi culla in un abbraccio ferito.
Legato alle tue lunghe gambe,
a quelle gambe bianche
di lettere non scritte,
di parole appassite nell'arsura del tempo.

Sono immobile.
Non scivolo sui sassi dei tuoi occhi,
sulle lame di quelle labbra
rosse del mio sangue.

Tre parole bastano per una poesia;
Ne ho quattro e l'ultima,
la preziosa,
l'insaziabile sposa dell'infinito,
la regalo a te.

Non darle voce,
non darle sapore;
è fragile
come i sogni del mattino.

Conservala,
nascondila
come ereditá del mio impero,
come una promessa rubata in un sospiro.

Dimenticala
tra fogli alla rinfusa,
in un libro che hai giá letto;
La ritroverai
quando il sole si vestirà di neve,
quando la rugiada del mio viso
sarà sabbia portata dal vento;
Ti aspetterá fedele,
arresa, inerme
e sorriderai scomposta
alla brezza della mia voce per te.

 

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2 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Raggio Di Luna il 07/07/2012 22:50
    È una parola o forse un sentimento, questo dono delicato che inviti a conservare gelosamente? Ha il sapore dell'eternità e della speranza... bellissima!

2 commenti:

  • Angelo Senatore il 08/07/2012 15:09
    Una delle magie della poesia è che quando la leggiamo ci appartiene; in fondo, racconta sempre un pezzetto di noi; forse è questo uno dei motivi per cui non andrebbero mai spiegate. Non sono univoche e compite, sono specchi strappati dall'anima in cui ognuno può guardarsi e leggere il proprio riflesso...
  • loretta margherita citarei il 05/07/2012 16:01
    molto bella apprezzatissima

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