Tra le indecenti fantasie di un'ora di solitudine
e le inquietanti realtà di una vita mai paga
riecheggia la paura del nulla.
Veste i miei giorni di attillata malinconia
a coprire con il suo muto spasmo
gli spazi vitali che mi separano dal vostro ottuso gioire,
dal vostro disarticolare emozioni preconfezionate, false.
Vuoto è il labirinto delle possibilità,
vuoto è il lento distendersi delle stagioni
sul l'irto crinale dell'esistenza,
vuote sono le notti perdute tra sogni ormai dissolti nell'acido alito del vento.
Discrepanze?...
Dissonanze?...
Storpiature di una mente ferita?
Dissolvenze sul gioco di una follia che prende ai vivi lo spirito
per donarlo ai vostri occhi spenti,
già paghi di quel mondo fasullo
che brilla nelle notti disperate dai vostri monitor di plastica,
nel vostro delirio collettivo che odora già di morte.
Se il nulla è la mia realtà
e il tutto è la vostra menzogna
a chi potrò mai chiedere con voce di supplichevole preghiera:
"Ma stiamo veramente vivendo?"