Tempo,
cantami i risvegli
e senti come arriva nell'orecchio
il tenue mio respiro,
nell'angolo che il collo batte in gola.
Si chetano le cicale a mezza sera
e le ombre che sfuggono veloci
si fanno trasparenze sui selciati
e sull'asfalto sciolto dal calore.
È tardi per ridare lustro e voce
ai vetri sporchi di una serra vuota
dove radici rotte e petali ormai secchi
si sono sbriciolati tra le zolle.
Cantami i sospiri
mentre mi ascolti dentro alla poesia
quando rivivo la pioggia agli irti colli
e rotolo tra i rovi di un roseto.
Perchè l'estate vuole desideri rossi
quelli racchiusi nelle mani a pugno,
nei campi di papaveri mossi dal vento
e dentro il porpora dell'ultimo tramonto.