Ad ogni titolo di giornale
appare il temporale,
politico, economico
di cronaca, e guerre,
troppe guerre.
Poi la consapevolezza
che non esiste più
un sistema, che anzi
stà crollando pian piano
come in un terremoto
il terreno sotto i piedi.
Continuiamo a chiamarla
I - T - A - L - I - A
(quanto t' amo paese mio
e quanto qui mi sento straniero)
Ma mi sembra una babele
Quel lembo di terra tra Lambro e il Molgora
alle membra di tal villan diede dimora
che rammenteranno i posteri col nome di piazzista,
di Arcore l'onor o il disonor in base alla lor lista.
Giammai si potrà che astuzia e cupidigia umana
giungano a livelli di tal finezza e brama
e qualor l'inganno cognome e nome avesse
ecco che il suo sarebbe il primo delle messe.
Piazzò se stesso al mo
Bamboccione sarà lei e
quelli come lei,
all'alba degli ottanta,
attaccati ancora
alla tetta dello stato.
Si vergogni.
Anche una mosca da merda
si guarderebbe dal volar
troppo vicina alla sua anima.
Ognuno preso
dagli impegni propri
e di allargate e incastrate
e drammaticamente legate famiglie,
da quel che vedi personaggio sul giornale
o semplice giardiniere del sempreverde,
sorride, è indignato, tien gli occhiali
per le stanghette sulle labbra.
Con quel far da saputello, sbruffone
che tutti gli altri mi servan per capitalizzare.
Poi, a livello mondiale, va di moda la notizia
Da diciassette anni siamo governati
da un uomo detto cavaliere.
Era il lontan 1994
quando costui discese in campo
per politicare. Fondò un partito
che una squadra di calcio sembrava:
" Forza Italia "
costui la chiamava.
Entusiasmò la nostra Patria
con dialettica e sorrisi,
promise lavoro e prosperità per tutti
di tutto ciò mai nulla fece.
Tanta gente s'incantò delle sue promesse
Questa sezione contiene poesie sulla politica, pensieri e frasi sui ai politici