Sul tuo corpo
traccio poesie mai scritte
emozioni mai sentite
sensazioni mai provate
Tu sei la tela
sulla quale
disegno la mia anima
Le notti, loro,
un parlare beato in pausa d'afa
coi grilli a dar nota alle lucciole,
lumi in arie.
Fumanti le adulte risate lontane,
e noi ragazzi come razzi
complici al bisbiglio di una luna insegnante,
a dar fuoco ai primi soli
che bocca di rosa velluto
apriva i battiti.
Asie timbrate in gola
al tempo di sublime tamburo,
quando l'aria era il tocco
e l'acqua il bagliore rugiado
Siamo echi
di un'onda del mare
che si schiudono
come un cuore d'ali.
Siamo un fievole battito
sull'altare e sul pulpito
in gola e poi sciolto
nella lacrima di un pianto.
Siamo occhi di luna
nella luce ombrosa
di una notte misteriosa
dal profumo silvestre.
Sarà come il tocco cashmere
e il colore dell'argento
quella lunga carezza
sul tuo manto.
Guida pudica diva
di lindo lino ammanta
la mano mia e lo stilo
che mente mia s’appanna
del senno più non conscia
se l’occhio appena indugia
sulla tua schiena bianca.
Desio d’aver d’aedi dono
sì di musica leggiadra
sfiorar le pelle tua adorata
ché con tocco di labbra
seppur lieve pare di lordare
tanto virginia e pura appare.
Anco del possente Zeus
l’ira oserei sfidar
canta con tenere immagini
gli acerbi baci timorosi della vergine
libera dal violino note acute e tiranne
come l'inebriante scia di fremiti della strega
lascia raccontare a pallide parole
gli scialbi silenzi in cui sfiorì donnanulla
Oppure Taci. . .
in cammino sull'eco d'ombre perdute
serenamente taci. . . e non dimenticare
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