Danzano le gocce
rimbalzando qua e là
su tetti che coprono
o su vetri che traspaiono
mentre le strade le accolgono
come abbracci di un cielo
sempre troppo lontano.
Più amico dell’inverno
che della primavera
ti pieghi al vento
come una bandiera,
ti sfogli, ti abbassi,
di foglie ti fai stuoia,
distendi le cuoia
alla fredda stagione;
ti consegni al ghiaccio
senza una ragione.
Con un forte abbraccio
cedi il nome all’inverno
e ne diventi alunno,
resto di buoni odori:
vecchio autunno
e te ne muori.
Soave primavera
che timidamente
fai capolino..
con i tuoi tiepidi
rintocchi di carillon...
multicolori
di dolce protezione...
piuma fidata
sul mio cuore
che senza pretese...
regali nuovi orizzonti
in fantasie e sogni
di cattedrali a cielo aperto...
brezzate di pace e desideri.
Respiro nel suono
della tua bandiera...
piantata nel grano dorato
di celeste stellato...
e sorrido
Scalzo alla finestra aperta odo:
Ora un cane che abbaia
Ora la vocina di un bimbo che racconta ascoltato a sua madre
Uno zirlo dall'olmo
L'odor del l'erba tagliata di giugno
Rumor di telegiornale da un altra finestra
La sera che è giunta a chiudere il giorno
Respiro di naso e sorseggio
a lungo
vino e calma.
È tornato settembre
Con i baci volanti
E il suo freddo pungente
Di un autunno che nasce
È arrivato settembre
E dal caldo al normale
Con le sue foglie gialle a terra
Gli alberi si spogliano e si vestono di niente
È rinato settembre
E l'autunno si sveglia
Con i suoi cieli bianchi di città
È tornato settembre
Con la voglia di fare
Con la voglia di niente
La valigia da svuota
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