Reynolds opponeva
nell'attrito attento
il pennello alla tela
ed i colori
recalcitranti in principio
rilasciarono profumi acri
stemperando
Quelle occasioni furono
peschi al sole
convolati a nozze come ghirlande tra la cenere
fedelmente eretti al loro
scompiglio
spavalderia di rose dai venti
cosmici
Ab substantiam
furor
incontrovertibilmente
il fuso tra le dita
sortì nell
Siedo dinnanzi alla mia ombra
sono un cavaliere
sconfitto tra i ricordi
attendo il colpo d grazia.
Cadono i giorni
come lacrime di sangue
da nuvole color porpora...
dove sono i miei sogni?
li raccolgo
col residuo del mio orgoglio
da terre bruciate dal passato...
VINCERO'
facendomi largo tra i cadaveri
dei miei compagni caduti
trafiggerò ogni mio incubo
Bevo alla Tua Sorgente
A piccoli sorsi
Acque dotto
Il Tuo dito
Aveva già tracciato nel corpo sublime
Punti linee inter valli
Tele grafo
D’un Alfabeto in Codice
Leggo
nelle Onde luminose
Il nostro destino
Troverò di nuovo
nuova linfa vitale
da un sogno d'amore
in un sonno profondo
in unione alla luce
composta da ombre
di spiriti buoni.
E russando sfinito
rievocherò scrittrici russe.
E chi le conosce, ma rosse?
Ma come rosse? Ma rosse che!
Ma vedi di andar a dormire...
Vitrei occhi, fari spenti,
brulicano come formiche
zombies,
sbucati dal ventre della città
ricorrenti incubi
ci risucchiano
nella porta della notte:
come una gigantesca bocca
fatta a brandelli,
che sputa sentenze di morte
requiem cosmopolita
si strascina,
nei rintocchi di campane riesumate,
per chiamare a raccolta
i peggiori istinti antropomorfi
congenito dogma
comunemente
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