Ho l'animo torbido come un fiume in piena
Che porta con se il limo di tutti ricordi
E di tutte le nostalgie
Rotolando verso i limiti di sopportazione
Della tristezza.
Colmando il lago dentro di me.
Ho paura che non riuscirò più ad asciugarlo
E che romperà la diga del mio cuore.
E tutte le mie lacrime inonderano
Il cielo grigio di novembre
Con una pioggia dolceamara.
Un giorno sei salita su un aereo
che dopo un po’
si è innalzato nel cielo,
salendo, salendo
sempre più in alto
fino a superare le nuvole.
E da terra io lo vedevo
diventar sempre più piccolo,
sembrava una libellula
che dolcemente librandosi
volava verso il cielo.
Ora tu sei lontana
e i giorni passano lenti e vuoti,
vedere solo il cuscino
dove tu posavi il capo,
non sentire
Gelidi frammenti imperlano
Una vivace visione
Cerco di frenare il pensiero
Disorientato e vagante
Guardo avanti ed ignoto
Imperscrutabile ora m’appare
Quell’orizzonte che tante volte
Mi era sembrato di decifrare
Echi d’altre stanze atteriti
Atterriscono a loro volta
E nel vicino mi sembra
Di specchiarmi anonimamente
Ti cerco e mi sforzo di forzarmi
A crederti a cercarti
Occhi come il mare
nella fredda estate
di un incontro.
Occhi come il mare
di un giovane vecchio
che sorrideva così
fra lacrime felici.
E poi
quante strade
nella fine eterna
che tradisce sempre
come se fosse la prima volta.
C'è scritto qualcosa
in quel foglio.
Due storie oramai
distanti.
Squadroni di lacrime
dove ora io sento
follie d'amore.
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