seguimmo le idee
che portavano distante
allontanandoci da casa
come figli fuggiaschi
disegnando la vita
con i dettagli asincroni
di passi irrequieti
la marcia scomposta
d'una truppa alla ventura
con troppi ideali poggiati
su piedistalli di cartone
ci condusse al fronte
di una battaglia persa
e andammo incontro all'albeggiare
inseguendo l'imbrunire
Non si chiedono perché,
quasi come un rito,
me ne sto al computer;
pigiare sulla tastiera,
manovrare il mouse
è proprio ricordarti,
così come ingegnarmi
a risolvere i problemi
dei programmi:
mi immagino sempre
cosa faresti se ci fossi.
Fisso sul monitor
l'ultima tua foto,
nascondendo nelle ciglia
il moto di una lacrima.
Poi apro la posta,
nella speranza
di trovare quella mail
Fragole rosse son le tue labbra sottili
e ben delineate,
protese verso un tenero bacio;
fresche noci i tuoi occhi
grandi e incantatori,
nei quali sarebbe bello perdersi,
per poi ritrovarsi.
Mele rotonde le tue morbide gote,
nelle quali affonderei le
mie labbra
per apporvi un sigillo d'amo
Corri dentro la mia testa,
chi sei?
Perchè tanto rumore: smettila!
Corri dentro la mia testa
e fai sentire che ci sei;
questa tua corsa frenetica
mi rende pazzo.
Corri dentro la mia testa
e non ho più silenzi,
non ho più pace e pensare
che ti ho voluto bene.
Nel tempo che passa,
nella luce che lenta sbiadisce,
invano cerco di immaginare
quel viso che mai potei vedere.
Ti avrei dato il mio nome,
ti avrei lasciato il mio cuore,
e invece lì dentro sei rimasto,
in quel muscolo vecchio
che palpita sempre più piano,
in quell’illusione
che è ormai
solo il ricordo di un sogno.
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