C'era, mi ricordo,
il contadino sul trattore
ad asciugarsi la fronte.
File infinite
oltre l'orizzonte
di cassoni stracolmi
d'uva pronta a morire.
E l'odore acre
si sparse.
Lassù dal campanile
rintocchi mattutini
un canto echeggiante
del gallo il risvegliar.
Il borgo apre gli usci
filtrando raggi dorati
di contadini vive
il contado brulicar.
Avanzano i carretti
di ceste ancor leggere
nei campi tra le viti
passando nei filari.
T’incontrano andando
pesanti grevi i tralci
piegati e ricurvi
la terra lor baciar.
Lavoran leste mani
maestre antiche gesta
E, quando il mio tempo sarà avaro di raccolti
me ne verrò, come viandante,
tra i tuoi filari, o terra.
Me ne starò pensosa sulle tue rovine,
come dinanzi a vetuste cattedrali disertate dalle rondini.
Piangerò sulle tue radici, propaggini d'abbandoni:
raccoglierò i pampini superstiti,
come guerrieri che tornano sconfitti da impari battaglie.
E, forse, udrò ancora il canto delle
Entro con la macchina in cortile.
Al mio arrivo,
un piccolo respiro di breccia.
Spengo il motore.
Osservo il tuo volo da distante.
Uno sfarfallio impossibile da ammaestrare.
Caotico e leggero come il vento.
N'altura,
su la mappa
appena segnata,
a li tenui raggi dorati
espone li sui chicchi d'uva,
e senza niuna pretesa,
divien vino per eccellenza
ad alta origine controllata.
Questa sezione contiene poesie, pensieri e frasi sul vino, sul piacere del buon bere, poesie sul mosto, sulla festa della vendemmia dell'uva, sulla pigiatura e la spremitura dell'uva