Non son neanche le dieci del mattino
come una canna in mezzo alla tormenta
volge a un lampione che non si lamenta
filippiche un po in sardo un po in latino
ebro di birra e di pessimo vino
riesce a tracannarne almeno trenta
colmi bicchieri e poi ci si addormenta
cosi trascorre il tempo il vecchio Nino
senza un timone come anima in pena
vaga e dispensa a tutti rime insane
disseminando
C'era, mi ricordo,
il contadino sul trattore
ad asciugarsi la fronte.
File infinite
oltre l'orizzonte
di cassoni stracolmi
d'uva pronta a morire.
E l'odore acre
si sparse.
Mi puzzan la mani
di zolfo e di rame,
nelle narici non ho
ossido di carbonio
cemento e catrame,
son tutti veleni,
i primi però,
curan la frutta
che vita ci dà
i secondi invece
danno morte soltanto,
con le mani screpolate
con la pelle bruciata
dal sole e dal vento,
principe mai sarò
in raffinati locali
o di moda atelier,
ma saltentante giullare
tra succosi
grappoli d’uva,
Dopo che li acini biondi
de uva ben maturata a lo sole
ne lo tino elegantemente finiva,
se pigiava pigiava a pié nudi
e ne lo continitore sottostante
'legramente lo mosto finiva,
lo rimanente de novo se lavorava
co lo sistema a torchiatura,
e lo mosto maturava
e li gradi aumentava,
mentre co le vinacce
ci se 'prestava a far buona grappa.
Non con poca emozione
anche quest'anno di vendemmia
vi racconto la canzone,
per esperienza ed età
da Osvaldo devo cominciare
che in due ore da Filippo
il ruolo di capo cantiere
s'è visto soffiare
relegato e comandato sul trattore
con quell'accento strano
Osvaldo a caricare
Osvaldo vai piano,
e lui che cosa dire
non le restava che
tacere ed obbedire.
E ve lo chiedo ora
con tutto i
Questa sezione contiene poesie, pensieri e frasi sul vino, sul piacere del buon bere, poesie sul mosto, sulla festa della vendemmia dell'uva, sulla pigiatura e la spremitura dell'uva